Un sacchetto di Biglie di Joseph Joffo
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Due giovani fratelli di origine ebrea, Joseph e Maurice Joffo, vivono in Francia durante gli anni della seconda guerra mondiale. Una sera sono chiamati da loro padre che raccontò loro la storia di come lui era fuggito dalla Russia zarista, e quindi annuncia ai suoi due figli che devono iniziare un lungo viaggio attraverso tutta la Francia, per scappare dai nazisti raggiungendo la terra “libera”. Così dopo aver ricevuto molto denaro (cinquemila franchi a testa) e salutato i loro cari, partono. La prima tappa del viaggio è la città di Dax: i due, dopo aver raggiunto la stazione d’Austerlix, salgono su di un treno. Nel treno ci sono due SS che chiedono i documenti per attestare che i passeggeri non siano ebrei. Fortunatamente un prete che aveva i documenti legali prende sotto custodia i due ragazzi, che riescono così a superare i controlli. I due fratelli dopo una rocambolesca traversata accompagnati da una guida di nome Ferdinand riescono ad entrare in zona libera e a raggiungere Mentone dove hanno trovato rifugio i loro fratelli maggiori Henry e Albert che hanno trovato lavoro come parrucchieri. La vita sembra cominciare a tornare tranquilla Joseph e Maurice trovano un lavoro. Il primo come aiuto di un contadino della zona e l’altro come panettiere ma poi vengono a sapere che i loro genitori mentre cercavano di passare nella zona libera sono stati arrestati e condotti in un campo in attesa della della deportazione, cosi il loro fratello maggiore Harry decide di partire per andare a cercare di liberarli. Durante l’assenza di Henri, Albert iscrive alla scuola del paese i due ragazzi, lì si trovano bene: Joseph aveva una maestra giovane che riusciva ad insegnare bene, mentre Maurice aveva un insegnante molto anziano che era stato riassunto dalla sua pensione, che non riusciva a tenere il silenzio perciò in classe si lanciavano palline di carta, aeroplanini, ecc. Henri, arrivato al campo di transito dove venivano messe le persone sospettate di essere ebrei, chiese un appuntamento con il capitano del campo che gli fu rifiutato, ma un poliziotto a cui tagliò i capelli in cambio intercedette per lui facendogli ottenere un appuntamento con il colonnello; il colonnello disse esplicitamente che se voleva salvare i propri genitori era a rischio la propria libertà, Henri disse che sua madre era russa ed imparentata con la famiglia imperiale dei Romanov, mentre suo padre era francese e disse, visto che il colonnello non sembrava convinto, di chiamare la prefettura di Parigi per verificare. Dopo lunghi periodi di attesa il colonnello decise di liberarli, ora vivono in un appartamento a Nizza. I due protagonisti però devono partire per Nizza perché i loro fratelli sono stati chiamati per andare a fare i barbieri dai tedeschi e siccome non hanno nessuna intenzione di farlo perchè questo vuol dire buttarsi nelle fauci del lupo, decidono nuovamente di scappare e tutti insieme raggiungono i loro genitori.
Arrivati a Nizza passano un po’ di tempo con i loro genitori però in Italia arriva L’ 8 settembre 1943 cadono il governo e Mussolini e i soldati italiani che stazionavano a Nizza devono ritirarsi così al loro posto arrivano i tedeschi. Una sera il signor Joffo chiama i suoi due ragazzi per avvisarli che dovranno andare a vivere, per un po’ di tempo, in una specie di colonia, chiamata “Nuovo Raccolto”, lì saranno al sicuro e i tedeschi non potranno portarli via finché rimangono lì; così senza discutere i due partono. Lì i protagonisti vivono bene per molto tempo, grazie anche alla compagnia degli altri ragazzi e al signor Subinagui, il capo, che conosce tutta la loro storia. Una sera Joseph e Maurice sentono il rumore di un camioncino, guidato dal loro amico Ferdinand, che va a Nizza, i due non resistono, perché mancava loro la città di Nizza, e sapendo che poi al mattino sarebbero ritornati decidono di salirci insieme ad altri loro amici. Il viaggio però dura poco perché sono catturati dalle SS, i quali hanno requisito l’Hotel Excelsior come base e li portano lì. Intanto però sapendo che sarebbe potuto arrivare questo momento, i protagonisti si sono inventati “un’altra vita” nel caso di un interrogatorio, in modo da non far capire che sono ebrei. Il tempo passa e una mattina essi sono condotti dal capo che dopo aver diviso i due fratelli li incomincia ad interrogare separatamente. I protagonisti però sono furbi e iniziano la loro commedia come previsto; purtroppo però ci sono due problemi che devono risolvere per essere liberati: il primo è che devono dimostrare di essere stati battezzati e di aver fatto la comunione e poi devono anche passare una visita medica per capire se sono stati circoncisi. Dopo l’interrogazione sono portati da un medico che li comincia a visitare, ma entrambi sanno di essere circoncisi e così raccontano di essere stati operati per una malattia che avevano da piccoli. Il medico, un po’ perplesso, conferma al capo che li ha interrogati, che non sono ebrei. Dopo questo episodio passano tantissimi giorni nei quali Joseph è persino operato di meningite acuta. Una mattina il capo spiega ai ragazzi che devono dimostrare, però, di aver fatto la comunione, così permette a Maurice di uscire dall’hotel e di andare a cercare il documento necessario, il tempo a disposizione è di due giorni, se non fosse tornato nel tempo stabilito Joseph sarebbe stato fatto a pezzi. Così Maurice va subito da un prete, si fa falsificare i documenti e nel tempo stabilito li porta al capo. Il capo attesta che i documenti sono falsi. Il prete il giorno successivo chiede di essere ricevuto ma così non fu, si presentò il giorno successivo e fu accolto. Lui era lì per attestare che i documenti erano veri e che in caso non fosse convinto avrebbe chiamato il vescovo; il capo decise di liberarli per non mettersi contro la Chiesa che non era in guerra. Tornano al campo “Nuova Raccolta”. Appena arrivati però, devono ancora ripartire, perché c’è stata un’irruzione tedesca nel campo e perché il padre era stato trovato con i suoi documenti veri addosso e potevano fare velocemente il collegamento con loro; allora decidono di raggiungere la loro sorella a Montluçon. Raggiunta la stazione si rendono conto che lì fa molto freddo, però loro non hanno niente di pesante da mettersi addosso, quindi vanno in un negozio di abiti dove chiedono se ci sono dei cappotti o delle maglie pesanti, ma la commessa risponde che non ha nessuna delle due cose ma ha solo due sciarpe, inoltre propone di far alloggiare per la notte i due fratelli nella camera di suo figlio che è riscaldata, e loro accettano. I due, arrivati passano pochi giorni da Rosette, la loro sorella, avvisandola che il padre è stato di nuovo catturato dai nazisti, purtroppo secondo Rosette è meglio se vanno ad abitare ad Aix-les-Bains dove vivono i loro fratelli perché Montluçon è una piccola città troppo sorvegliata dai tedeschi. Dopo aver ricevuto dei vestiti pesanti i due ripartono.
Arrivati ad Aix-les-Bains si stabiliscono dalla famiglia Mancelier, anche se il signor Mancelier diceva esplicitamente di odiare gli ebrei; lì Joseph gestisce la libreria appartenente alla famiglia che li ospitava, mentre Maurice lavora in un hotel. Quando sui giornali comparve scritto “PARIGI LIBERA”, Joseph decise di tornarci prendendo un treno che traboccava di gente, mentre Maurice decise di raggiungerlo successivamente in automobile. A Parigi incontrano di nuovo tutta la famiglia, tranne il padre. Nell’appartamento, in quella città, non ci possono vivere tutti e allora Joseph e Maurice vanno in una città vicina a lavorare e a vivere.
Descrizione
Joseph Joffo
Figlio di parrucchieri, Joseph Joffo nasce a Parigi nel 1931 e trascorre la sua infanzia nel XVIII arrondissement di Parigi in un quartiere popolare, passando il tempo a giocare e fare monellerie, invece di studiare. Quando scoppia la seconda guerra mondiale e Parigi viene occupata dai tedeschi, Joseph si trova a vivere la difficile esperienza dei bambini dell’Olocausto. I membri della famiglia Joffo decidono di disperdersi per sfuggire alla cattura e alla deportazione e Joseph, insieme al fratello Maurice, si dirige verso il Sud della Francia, allora occupato dagli italiani. Il viaggio è pieno di avventure e di pericoli superati con fantasia e coraggio. Dopo la guerra, la famiglia Joffo si ritrova tranne il padre, catturato e ucciso in un campo di sterminio. Per un po’ Joseph si dedica all’attività di parrucchiere ma ad un certo punto, a causa di un incidente sportivo che lo immobilizza per alcune settimane, decide di mettere per iscritto i ricordi che lo tormentano. Nasce così il suo primo, e più noto, romanzo Un sacchetto di biglie. Scrive in seguito altri romanzi di memorie, come Anna e la sua orchestra (1975), in cui racconta la gioventù di sua madre, Baby-foot, La jeune fille au pair (1993), che racconta l’arrivo di una ragazza alla pari tedesca, subito dopo la guerra, in una famiglia ebraica.
Oggi Joseph Joffo ha tre figli, e abita a Parigi, dove possiede un’attività di parrucchiere.
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