Teleny di Oscar Wilde

19,00

Teleny, pur iscrivendosi nel ricco filone della letteratura porno-erotica, offre lo specchio magnifico e sordido del desiderio in tutte le sue sfumature, dai bassifondi dei bordelli fetidi e sifilitici, ai simposi orgiastici nei sotterranei mondi delle cerchie omosessuali, fino alle divine ed estetizzanti passioni dai tratti dichiaratamente huysmaniani, in una narrazione in cui i dettagli carnali non solo puntellano la vicenda ma ne diventano elementi costitutivi, e dove al lettore sembrerà di leggere il rovescio della medaglia di Dorian Gray, seguendolo in una «di quelle sue misteriose e prolungate assenze che facevano nascere tante strane congetture» e che si riveleranno essere la fonte, dietro il suo eternamente giovanile aspetto, delle orribili fattezze che si dipingeranno nel suo sordido ritratto.

Tradotto qui per la prima volta in versione integrale a partire dalla prima edizione inglese del 1893, Teleny viene accompagnato dall’assolutamente inedito Des Grieux – Preludio a “Teleny”, scritto dalla stessa mano e presumibilmente pubblicato dallo stesso editore nel 1899, oltreché da un apparato iconografico che, nella linea sinuosa e danzante, ne restituisce tutta la sua carica erotica.

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Descrizione

L’autore

Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde (1854 – 1900), autore del celeberrimo Ritratto di Dorian Gray e arbitro dell’eleganza del Moderno, è il dandy par excellence. «Il suo nome evocava alla mente del pubblico un’idea vaga di sfumature delicate, di vita illeggiadrita di fiori: il culto del girasole, il suo fiore prediletto, si propagò fra gli oziosi ed il popolo minuto udì narrare del suo famoso bastone d’avorio candido luccicante di turchesi e della acconciatura neroniana dei suoi capelli» (James Joyce).

Conosciuto per il suo spirito cristallino e cinico, per la brillante conversazione, così come per le poesie e opere teatrali, vide la propria popolarità declinare in seguito al processo e alla condanna per «sodomia e pubblica indecenza» nel 1895. «Nominare Wilde vuol dire nominare un dandy che fu anche un poeta, evocare l’immagine di un gentiluomo dedito al povero proposito di stupire con cravatte e metafore. Significa inoltre evocare la nozione dell’arte come gioco eletto e segreto, e del poeta come laborioso monstrorum artifex.

Significa evocare lo stanco crepuscolo del XIX secolo e quell’oppressiva pompa di serra o di ballo mascherato. Il nome di Oscar Wilde è legato alle Città della Pianura; la sua gloria, alla condanna e alla prigione. Tuttavia, il sapore fondamentale della sua opera è la felicità. Wilde è di quei fortunati che possono fare a meno dell’approvazione della critica e anche, a volte, di quella del lettore, poiché il piacere che ci offre la sua compagnia è irresistibile e costante» (J. L. Borges).

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